sabato 14 aprile 2012

I parallelismi divergenti



Erano alcuni mesi che per colpa dei tecnici non scrivevo sul blog. Mesi di vera desolazione, mesi di ripensamenti, mesi di riforme che si trascinavano dall'antico testamento. Mesi in cui la politica ha finalmente abbassato i toni, accettando la ramanzina dei grigi professoroni dal naso britannico che ci stanno governando. Insomma, una tragedia per chi si era abituato al carnevale dello spettacolo politico.

Per fortuna però, roboante come una scoreggia in profumeria, c'è sempre quella gran sagoma della Daniela Santanchè, che mai smetteremo di ringraziare per il personaggio grottesco che si ostina a recitare (recitare?). Intervistata alla radio sulle vicende della sua collega di partito Nicole Minetti, ha paragonato la medesima nientepopodimeno che a Leonilde Jotti, la quale avrebbe fatto carriera come tutte, dice la Daniela, e solo perchè andava a letto con Togliatti.

Come sempre, gli uccellacci della sinistra (ma pure molti esponenti della destra-destra) si sono stracciati le vesti davanti all'inverecondo paragone, ben sintetizzati dal solito Di Pietro, che ha infilato per lo spavento una stilettata coi controfiocchi: "E' inaccettabile che, per difendere l'indifendibile, la Santanché offenda in questo modo una delle figure più importanti nella storia della nostra Repubblica".

L'unica voce a sostegno della Santanchè è venuta da una testata dalla lucidità adamantina, il Giornale di Alessandro Sallusti, che è sempre sul pezzo quando si parla della morosa del direttore. «Ho detto solo una verità storica, non capisco perchè ci si arrabbi tanto» ha insistito la Santanchè intervistata da se stessa, elencando poi a microfoni spenti altri azzeccati paragoni che le sono stati ispirati dalla peperonata della cena appresso:

Domenico Scilipoti è come Giuseppe Dossetti
Pochi sanno infatti che il primo è in realtà figlio del secondo, nato a seguito di una relazione con una velina della giovane Rete Nazionale della RAI, presenza fissa del programma L'Atomo per la Salute. Oltre alla biografia affine, Mimmo e Beppe sarebbero accomunati anche da una notevole somiglianza fisica. La parentela, dice Santanché, è confermata dal fatto che se si trascrivono entrambe i cognomi in codice binario, i due sono addirittura omonimi.

Ignazio La Russa è come Sandro Pertini
Conosco bene Ignazio, dice Santanché, e so di per certo che un giorno anche lui diventerà Presidente della Repubblica. Se ben lo si guarda, mastica infatti la stanghetta degli occhiali proprio come Pertini masticava il bocchino della pipa, e sfido chiunque a negarlo affermando mendacemente il contrario.

Daniele Capezzone è come Pietro Nenni
Entrambi hanno cambiato casacca per interesse personale durante la propria carriera politica. Capezzone infatti si è convertito dall'ostracismo radicale alla luce del populismo delle libertà, proprio come Nenni spezzò l'asse con Togliatti convergendo parallelamente con la Democrazia Cristiana. Dicendo "convergenza parallela", Santanchè ha però accusato per reazione l'esplosione della chiappa destra, che l'ha costretta a una rocambolesca interruzione dell'intervista.

Gabriella Carlucci è come Tina Anselmi
"La similitudine mi sembra azzeccatissima", si è infervorata la deputata pidiellina, ma ignorando totalmente chi fosse la paragonata, Santanchè non ha proseguito oltre nella sua argomentazione, limitandosi a chiedere al suo giovane ghostwriter bocconiano chi diavolo fosse Gabriella Carlucci.

Berlusconi è come Craxi
"Sono due giganti della storia italiana recente, e insieme hanno traghettato l'Italia nell'attuale contesto di benessere e libertà" ha concluso impettita, lasciandosi però sfuggire prima di salire in macchina che a differenza di Bettino, Silvio finora l'ha fatta franca.

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