domenica 8 maggio 2011

A prescindere da un dato di realtà

Prometto che da stasera torno a postare in modo serio, senza limitarmi al copia/incolla, ma stavo leggendo Scalfari di stamattina. Riporto solo l'attacco del suo fondo domenicale su Repubblica, non tanto per appropriarmi delle sue parole, quanto per impedirmi di dimenticarle.


La guerra del Cavaliere contro il presidente
di EUGENIO SCALFARI
 

APPENA 48 ore fa i giornali berlusconiani erano moderatamente favorevoli ad alcune frasi del Presidente Napolitano pronunciate nel corso d'un convegno dedicato ad Antonio Giolitti nella ricorrenza della sua scomparsa. Quelle frasi erano rivolte alla sinistra italiana e contenevano un incitamento critico a far meglio il suo mestiere di opposizione che si propone di prendere il posto dell'attuale maggioranza di destra.
Ma ieri il tono di quei giornali era completamente cambiato, suonando all'unisono con gli umori del Presidente del Consiglio. È bastato che Napolitano segnalasse la necessità costituzionale di un dibattito parlamentare che prenda atto della nomina di nove sottosegretari provenienti da gruppi parlamentari diversi da quelli che vinsero le elezioni del 2008, per scatenarli in un rabbioso attacco alla più alta istituzione repubblicana, accusata di porsi come la sola vera opposizione al "buongoverno" del Cavaliere di Arcore.
Questi continui capovolgimenti della destra berlusconiana e la sua costante aggressione contro i "magistrati eversivi" che pretendono di giudicare l'uomo votato dal popolo sono la prova provata che i tanti problemi che interessano la vita dei lavoratori, delle famiglie, delle imprese e insomma di tutto il Paese restano e resteranno irrisolti e neppure affrontati a causa del problema preliminare, costituito appunto dalla presenza di Silvio Berlusconi alla guida del governo nazionale.
Ognuno di noi farebbe volentieri a meno di occuparsi delle gesta del Cavaliere, ma è lui che lo rende impossibile. Chi si ostina a non rendersi conto di questo elemento preliminare avrà certo le sue ragioni ma non sono buone ragioni, visto che prescindono da un dato di realtà.

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