mercoledì 9 marzo 2011

Te lo leggo in faccia


Oggi si parlava della dimensione visuale della politica. Nemmeno il tempo di tornare a casa ed ecco pronta un'immagine fortemente narrativa su cui è bene (e in fondo pure divertente) riflettere un po'. Proprio oggi infatti il presidente è ricomparso con un cerotto bianco sul viso dopo l'operazione alla mascella subita un paio di giorni fa. Un'immagine da interpretare, perchè nella grande narrazione berlusconiana le ferite del capo sono un argomento sensibile e importante per capirne il consenso mediale.
Ricordate la famosa bandana? Quello fu il tentativo riuscito (che molti, a torto, derubricarono come goffo) di nascondere una ferita autoprocurata in quanto sadomasochistica, votata all'immagine personale. Quella sofferenza, la sofferenza di un uomo che vuole ringiovanire o far sembrare che voglia ringiovanire, era futile, destabilizzante, dunque potenzialmente pericolosa. Venne nascosta mostrando una boutade, che al massimo sollevò qualche battutina insignificante.
Ricordate la foto col tampone di cerone nel fazzoletto? Anche lì era il mascheramento del mascheramento, il trucco col trucco, la consapevolezza che l'immagine va curata anche in assenza di specchi. La ferita dell'età o semplicemente della pelle troppo bianca per le telecamere veniva coperta in pubblico di nascosto.
L'esatto contrario dell'attentato di Piazza Duomo. Dopo la ferita il presidente salì sul predellino (sempre quello, sempre lui) per mostrare il volto emaciato alla sua folla. Ritornò dopo la convalescenza con un grande cerotto bianco (quelli color carne mi dicono essere piuttosto comuni) a coprire la guancia sinistra. Lo tenne per qualche giorno e poi d'improvviso lo tolse, troppo presto per non sollevare qualche dubbio vista la totale assenza di segni sullo zigomo tanto accuratamente nascosta nei giorni precedenti. Un paio di settimane fa infilò un dito in bocca per mostrare il dente mancante durante una conferenza stampa. Oggi succede lo stesso con il maxi cerottone. La sofferenza procurata, a differenza di quella autoinflitta, va mostrata e se possibile sottolineata.
Va da sè che con i mezzi di cui dispone, ogni concessione non è necessaria ma voluta: il presidente Berlusconi potrebbe benissimo nascondere, con trucchi e parrucchi vari, anche uno sfregio permanente (vedi ad esempio la calvizie, le zampe di gallina o le elefantiache orecchie, mai esposte frontalmente ai flash ufficiali). L'immagine del cerottone bianco pochi centimetri sopra i bitumatissimi capelli del leader parla, e parla parecchio.

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