lunedì 11 aprile 2011

The times they are a-changing...



Post di repertorio oggi: solo qualche input che mi ha fatto un po' girare la testa. Non ho visto Report ieri sera. Mentre andava in onda ero ancora in treno, ma mi è bastato leggere il lancio dell'altro ieri su Repubblica e qualche commento su Facebook ieri notte per rendermi famelico dalla curiosità. Stasera me lo (ri)guardo in streaming perchè ha l'aria di essere una gran puntata.
La notizia che mi fa tristezza invece è questa qui: Bob Dylan in tour in Cina senza che nessuna canzone di protesta sia inserita in scaletta. Volere superiore: Dylan accetta. Forse Rampini ci va giù un po' troppo duro: Blowin in the wind e The times they are a-changing non sono più nel repertorio live di Dylan da parecchi anni ma non c'è dubbio che la cosa lasci un po' interdetti. Il governo cinese non è propriamente un innocuo micetto, ma Bob Dylan è Bob Dylan, "il più cool dei cool" come si diceva negli anni Sessanta. Vederlo così, passivo e supino ai voleri del governo e dei soldi, proprio lui che ai concerti non saluta e non firma manco mezzo autografo, fa male. Forse è eccessivo chiedere a Mr. Zimmerman di cambiare di nuovo il mondo, cinquant'anni dopo, ma la questione è nel potere dei simboli e dopo questa faccenda anche il simbolo-Dylan si è un po' appannato.
In compenso c'è una bella notizia scema: oggi sul Corriere è tornato in prima pagina il "vaffa". Non per altro, ma dopo il post della settimana scorsa, ora mi diverto a collezionarli...

Nessun commento:

Posta un commento