martedì 19 aprile 2011

Giuda e Limoni



E' uscito il nuovo singolo di Lady GaGa. Si chiama Judas e doveva uscire il giovedì santo. Blasfemo? No, geniale.

Premessa: io sono cattolico, quindi parlo da soggetto interessato, ma per mia fortuna vivo nel ventunesimo secolo e ho imparato a non ragionare a priori ma a guardare bene quel che ho davanti. Non che voglia cercare il sacro nel profano, quella è dottrina dei sapienti e non di sicuro mia, ma so che davanti a un'opera d'arte o, per usare un termine meno ingombrante, un manufatto con finalità artistiche, cerco prima di tutto di capire cosa e come quella cosa stia cercando di comunicare con me piuttosto che perder tempo a scandalizzarmi.

Ma tornando a noi, la crescita commerciale e artistica di Lady GaGa è una delle poche vere operazioni di rottura degli ultimi anni: produzioni curate, composizioni orecchiabili, contenuti interessanti, diffusione virale e tanta voglia di provocare. Si chiamava rock una volta, anzi di più, si chiamava Alice Cooper, ma mi rendo conto che oggi siano necessarie nuove parole per nuovi concetti.

Judas è uscito oggi dopo che qualche pirata l'ha messo in giro su internet con due giorni d'anticipo. Il lancio del giovedì santo era un'idea che andava oltre lo shock, non ricordo che qualcuno avesse osato tanto (sì, c'era stata quella di John Lennon che erano più famosi di Gesù, ma trattavasi di una battuta estemporanea e non pianificata). Sto ascoltando il singolo e mi accorgo a ogni ascolto di quanto sia maledettamente postmoderno. E' ancora più shock di Alejandro, più pop di Bad Romance, più ballabile di Telephone e con tanta tanta autoironia: i primi trenta secondi sono un collage dei successi passati montati tutti insieme, tanto che pensavo addirittura a un pezzo fasullo tipo specchietto per le allodole. Insomma, il cosiddetto pezzo di successo, con un lancio stratosferico.


Il tutto mi ha ricordato una bellissima puntata nella prima serie di Mad Men, dove i vari creativi discutono della (vera, verissima) pubblicità Lemon di Bill Bernbach per la Volkswagen. Tutti la deridono e disprezzano ma a un certo punto Don Draper se ne esce con un laconico: "è orribile, ma è da un quarto d'ora che ne stiamo parlando". Ora pensate a Judas. Lady GaGa avrà anche studiato da Madonna ma di sicuro il responsabile delle vendite ha studiato da Bill Bernbach.



PS.: In realtà secondo me, nel 2011, Lady GaGa sta al pop maggiore-uguale di quanto Madonna stia al pop (e anche questo, per qualcuno, può essere considerato blasfemo). Ne sono ancora più convinto (e divertito) dopo aver letto che il re di Broadway Andrew Lloyd Webber ha addirittura chiesto a Madonna di fare la parte di Gloria Swanson nel musical di "Viale del Tramonto": la diva in declino, "Sono pronta, signor DeMille". Sarebbe stato epico, ma Madonna ha declinato.

PPS.: Mi rendo conto che sto cercando di cuocere un bisonte con un fiammifero ma l'altro giorno il vaticanista Salvatore Izzo ha stroncato il film di Nanni Moretti Habemus Papam. Ha usato parole molto colorate, scivolando sulla solita gabola del denaro invitando i cattolici a visitare la vera Cappella Sistina e di non spendere i propri soldi per ripagare la sistina ricostruita a Cinecittà, tanto più che "per i giorni della beatificazione i Musei Vaticani hanno prolungato l'orario di apertura e dimezzato il costo dei biglietti". Pecunia non olet, dicevano gli antichi. Ma la domanda di Izzo a chiusa della sua sgangherata arringa era: "Perchè dobbiamo finanziare chi offende la nostra religione?". Immagino che se questa è stata la reazione per la commedia di Moretti, ora Izzo si stia arrampicando su un armadio come un indemoniato ascoltando Judas di Lady GaGa, ammesso che sappia chi lei sia. Ieri poi ho letto un po' di commenti di certo vescovame che arrivava addirittura a dire che Nanni Moretti è un mezzo nelle mani del demonio. Mi ero ripromesso di parlarne, visto che di contraddizioni, nelle parole dei monsignori, se ne trovano a bizzeffe. Ma non ho ancora visto il film e quindi ho posticipato. A riparlarne tra qualche giorno (forse).

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