domenica 15 maggio 2011

Non praevalebunt


Oggi è il giorno della verità. Oggi, se ancora è rimasto un briciolo di decenza, un riflesso di dignità, qualcosa può cambiare. Di poco, ovviamente, chè le rivoluzioni son favole del passato e che anche nel passato han fatto più danni che miracoli. Ma di questi tempi un segno, una speranza, un respiro di cambiamento è quanto di meglio possiamo auspicare. Altrimenti sarà il trionfo della barbarie, l'ultimo passo verso un baratro di perdizione, l'ennesima affermazione di una cultura malata ormai priva di tutto.

Lo dico con qualche speranza e con la paraculaggine di quello che oggi non è chiamato a votare: ce la faremo. Forse, stavolta, a Milano ce la faremo. Le campagne elettorali sono velenose per definizione. Sono come i drammi di Lars Von Trier dove in un solo momento convergono tutto il male e tutta la sfiga possibile. Ma stavolta siamo andati oltre ogni limite, ogni maschera è caduta sugli schermi della televisione, epifania beffarda e nemesi di un potere anchilosito e ormai definitivamente corrotto.

Stavolta l'hanno notato anche ai moderati di destra, quelli che pur di non veder vincere i comunisti votavano DC, poi dicevano di votare PSI continuando a votare la DC, che poi han votato per Forza Italia, poi per Buttiglione, poi per l'UDC, poi di nuovo per Forza Italia e poi per il Popolo della Libertà. Questa è la prima volta di Berlusconi senza Gianfranco Fini, una menomazione che toglie credibilità al PDL privandolo linfa ideologica della destra. E' la prima volta di Berlusconi con i Responsabili, che a ben guardarli sono tutti uguali: grassi, tondi, spudorati e con una perfetta manicure. E' la volta in cui il gran capo è apparso defilato, che è dovuto ricorrere ad assurdità indescrivibili (a sinistra non si lavano) per tenere i fili di una massa che non crede più nel suo capo se non per inerzia.

E' la volta in cui Il Giornale non più di Feltri titola per la centesima volta "Silvio mandali a casa", salvo poi includere la foto di Vauro. E' la volta in cui Daniela Santanchè ha sbraitato per la centesima volta come un'indemoniata, dando dell'assassino al suddetto Vauro. Peggio, dicendogli che la sua coscienza è sporca di sangue, lei esponente di un governo di pace che sta bombardando la Libia dopo aver a lungo negato ogni coinvolgimento delle nostre forze militari.

E' la volta in cui Letizia Moratti, invece che promettere l'eliminazione dell'ICI, ha accusato in extremis Pisapia di essere stato un terrorista, ben sapendo che l'assoluzione fu piena e che lui non avrebbe potuto replicare. Con una faccia terrea, tesa oltre ogni limite perchè va bene il pelo sullo stomaco, va bene il potere sul piatto, ma per certe calunnie ci vuole fegato da vendere. Ha difeso questo suicidio della coscienza anche nei giorni successivi. Pisapia si è comportato da uomo e da vero moderato: invece di stracciarsi le vesti ha negato alla Moratti la stretta di mano. Signorilità da Ottocento.

Dunque, nel paese alla rovescia in cui i conservatori si fanno alfieri delle riforme e i progressisti sono la sublimazione del Valium, chi sono, realmente, i moderati? Come faranno gli italiani che oggi sceglieranno i soliti berluscones a votare i moderati isterici e i moderati con la bava alla bocca. Stavolta forse anche per loro la rabbia supererà l'abitudine.

Forse ce la faremo. Come se fosse il mio segno sulla scheda, pubblico senza rileggere. Nell'Italia del bunga bunga, nella Milano della madre di Batman, forse una luce potrebbe ritornare.

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