mercoledì 20 luglio 2011
A proposito di supercazzole...
Io con l'economia c'ho sempre avuto un problema, quello di tutti: non ci capisco una beata mazza. E non provo nemmeno la minima vergogna a confessarlo: sfido tutti voi, esperti inclusi, a darmi su due piedi una definizione di accordo sul debito o di tassa sulle stock options. Eppure sento queste fumose locuzioni tutti i santi giorni, a volte più volte al giorno, dunque qualcosa dovranno pur significare. La domanda è: cosa? Molto spesso, come un Tramaglino qualunque, mi sento preso in giro e devo arrendermi all'evidenza: se proprio voglio rompermi la testa, la Critica della ragion pura è decisamente più interessante. Di certo ho le mie responsabilità, ché nessuno nasce imparato, ma come la mettiamo con chi mi informa? Non dovrebbe essere compito dei giornali spiegarmi per sommi capi di cosa diavolo stiamo parlando? Mi spiego meglio.
Se ammazzano una ragazza a Crotone io vengo a sapere anche il numero di scarpe del vicino di casa, tanta è la solerzia dei giornalisti. Me la spiegano, la dinamica dell'omicidio. Elencano dodici livelli di parentela della morta, mi informano che una settimana prima era stata vista al supermercato e finisce che scopro talmente tante cose del luogo del crimine che un noto tizio della tv arriva a pagare qualcun'altro per farsela ridurre in un plastico, sta maledetta scena. Il fatto che sia più facile spiegare la morte di qualcuno piuttosto che dirmi in parole povere cos'è un derivato tossico, mi turba un po'.
Oggi ho appreso che la Borsa è rimbalzata. Ieri era crollata, oggi è rimbalzata, come in un torneo di ping pong. Basito, scopro che c'è di che rallegrarsi: ieri l'unica alternativa sembrava il taglio delle palle, oggi invece abbiamo guadagnato due punti e risparmiato due palle. Ci sono miliardi di euro che bruciano? Alcuni signori dai nomi mitteleuropei si accordano e i miliardi si sbruciano. Negli ultimi giorni le prime dieci pagine dei principali quotidiani nazionali erano dedicate alla finanziaria: nemmeno una mi spiegava di cosa stessimo parlando. Le informazioni erano tutte lì, non dubito. Il problema era che io leggevo e leggevo, ma continuavo a non capire. Non capisco cosa voglia dire la babele di tecnicismi, non capisco gli inglesismi selvaggi che sottintendono concetti ancor più ingarbugliati e in sostanza non capisco perchè nessuno sappia spiegarmi in modo semplice (cioè informarmi) come girano i nostri soldi.
Alcuni anni fa, Milena Gabanelli spiegò perchè Report avesse iniziato a dedicarsi all'economia: "Non ci capivamo niente, e abbiamo deciso di capirci qualcosa". Ora, quando guardo Report mi sento come un cubetto di ghiaccio in uno shaker, ma alla fine ho sempre la sensazione di saperne qualcosina di più. Perchè invece giunto a metà di un fondo sul giornale sento sopraggiungere la sensazione quasi mistica del sonno? Perchè trovo più facile capire Margherita Hack che mi spiega l'espansione dell'universo e la fisica quantistica piuttosto che un economista che mi spiega che stia succedendo ai miei soldi?
Non è per fare il qualunquista, ma qualcuno, a noi ignoranti, 'sta cosa ce la dovrà pur spiegare. Con lo scherzo che in pochi la capiscono, la finanza ha combinato un casino planetario che nessuno ha capito, economisti compresi. Ammettendo che la finanza, ontologicamente, esista, perchè non ci fanno un plastico dello spread fra il bund e il bpt? Vale tutto.
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