domenica 13 novembre 2011
Gli stoici e la mortadella
Cronache da un paese in festa. Quello che è successo ieri sera, il giubilo dopo le dimissioni, finalmente ce ne siamo liberati. Ho letto la notizia con un colpevole ritardo, e vista l'ora tarda ho contenuto a stento l'entusiasmo. Come festeggiare la caduta di Silvio Berlusconi? In realtà ero combattuto: darmi un contegno e andare a dormire come tutti i giorni, oppure festeggiare comunque nonostante il ritardo, magari mettendo su un cappellino di cartone e fischiando felice in una lingua di menelick? Ho optato per la prima, e non solo perchè non so ballare il moonwalk.
Il problema è che mi è tornato in mente l'ex senatore Nino Strano, quello che quando cadde il governo Prodi sfoderò una bottiglia di spumante e iniziò a infilarsi in bocca una fila di fette di mortadella lunga così, lasciando macchie di unto qua e là sugli scranni del Senato della Repubblica. Non la trovo più, ma ricordo che infervorato di indignazione scrissi una lettera a un qualche giornale, dal momento che mi sentii profondamente offeso, da cittadino, per la profanazione dei luoghi istituzionali. Ieri sera, in fondo, mi sono sentito allo stesso modo.
Certo ci sono da fare i giusti distinguo, che vista la situazione sono abissali. Il Governo Prodi non è stato il Governo Berlusconi, e un politicante ingollato di mortadella non è nemmeno paragonabile al coro handeliano che al Quirinale ha intonato magistralmente l'Halleluja. Ma nonostante tutto, ci sono anche delle piccole somiglianze.
Quindi da un lato godevo come un riccio, ma dall'altra i festeggiamenti da stadio mi facevano un po' di violenza. Dice bene De Bortoli oggi sul Corriere: siamo un paese serio di gente perbene. Non sono così stoico, ma condivido il pensiero. Dimostriamo un po' di sobietà e non abbassiamoci al livello dei berluscones: forse è il modo migliore di festeggiare.
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